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Legge di Bilancio 2025: tutto quello che gli studi medici devono sapere

 

La Commissione Europea ha accolto la richiesta dell’Italia di prorogare l'obbligo di fatturazione elettronica fino al 31 dicembre 2025, un passo importante verso l'armonizzazione delle norme fiscali tra i Paesi membri. Questa proroga, fornisce ulteriore tempo per adeguarsi alle prossime normative previste dal pacchetto VIDA (VAT in the Digital Age), attualmente in discussione a livello comunitario.

Fatturazione Elettronica fino al 2025: cosa cambia per gli studi medici

Negli ultimi anni, il legislatore, consapevole dei rischi legati alla gestione di dati così delicati, ha preferito mantenere un approccio cauto alla digitalizzazione, introducendo ripetute proroghe per l'obbligo di fatturazione elettronica nel settore sanitario. Il rinvio è stato motivato dalla volontà di garantire uno sviluppo tecnologico che fosse in grado di assicurare piena conformità al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e la necessaria sicurezza delle informazioni.

Il tempo guadagnato grazie alla prudenza ha dato al settore sanitario lo spazio per innovare e creare soluzioni tecnologiche capaci di proteggere i dati. Ma il futuro è chiaro e non aspetta: la digitalizzazione è una strada obbligata. Dai grandi ospedali ai piccoli studi privati, ogni realtà deve scoprire il proprio posto in questo cambiamento, trasformando le proprie necessità operative in punti di forza per affrontare i cambiamenti dei prossimi anni.

L'adozione della fatturazione elettronica è solo uno dei tanti tasselli di questa trasformazione: la transizione verso un ecosistema completamente digitale richiede l'adeguamento non solo dei software gestionali, ma anche una profonda revisione dei flussi di lavoro all'interno degli studi medici e delle cliniche. L'integrazione di strumenti come la firma elettronica e la gestione documentale in cloud, sarà una necessità per garantire l'efficienza e la modernizzazione del sistema sanitario: tali strumenti consentiranno di semplificare notevolmente la gestione amministrativa, riducendo il tempo dedicato alle pratiche burocratiche e permettendo ai professionisti di concentrarsi maggiormente sulla cura dei pazienti. Inoltre, il passaggio alla fatturazione elettronica permetterà una maggiore trasparenza e tracciabilità delle operazioni finanziarie, riducendo il rischio di errori o discrepanze nei dati. 

Credito d'imposta 4.0: continua l’innovazione per gli studi medici italiani nel 2025

Nel 2025, il credito d'imposta 4.0 continua a essere uno degli strumenti chiave per supportare la trasformazione digitale delle imprese italiane, inclusi gli studi medici. 

Il Credito d'imposta 4.0 è uno strumento pensato per incentivare gli investimenti in beni immateriali, come software e piattaforme digitali, strumenti che possono trasformare la gestione di uno studio medico, rendendola più moderna ed efficiente. In particolare, i beni immateriali agevolati includono software di gestione pazienti, sistemi di prenotazione online, strumenti per la firma elettronica e applicazioni per la gestione documentale in cloud. Investire in queste tecnologie significa migliorare il controllo su ogni aspetto dello studio, dalla gestione degli appuntamenti alla conservazione sicura dei dati clinici.

Questi strumenti sono in grado di migliorare radicalmente il flusso di lavoro all'interno degli studi, automatizzando le attività più ripetitive e aumentando la precisione e l'affidabilità delle operazioni quotidiane. Se, ad esempio, il tuo studio utilizza ancora la carta per la gestione dei dati clinici, il passaggio a un sistema digitale supportato dal Credito d'imposta 4.0 potrebbe fare una differenza sostanziale in termini di efficienza e conformità normativa. Inoltre, la digitalizzazione contribuisce a ridurre gli errori umani e a garantire un miglior livello di sicurezza delle informazioni, elemento fondamentale nel campo della salute.

Cosa cambia nel 2025?

È vero che nel 2025 l'aliquota del credito d'imposta 4.0 per i beni immateriali scende dal 15% al 10%, una riduzione che potrebbe sembrare meno vantaggiosa rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, l'opportunità rimane interessante, soprattutto per gli studi medici che desiderano investire per migliorare la loro infrastruttura tecnologica in vista delle novità che arriveranno nei prossimi anni (basti pensare al Fascicolo Sanitario Elettronico). Chi ha già prenotato investimenti nel 2024, infatti, continuerà a beneficiare dell'aliquota più alta del 15%, quindi è cruciale aver effettuato una corretta pianificazione degli acquisti. Questo permette di massimizzare i benefici fiscali e di accedere agli strumenti necessari per modernizzare lo studio con un impegno economico ridotto. Ma anche per chi si appresta a farlo nel 2025, investire in tecnologie digitali resta un passaggio strategico per rimanere competitivi e migliorare la qualità del servizio offerto ai pazienti. 

Il 2025 potrebbe essere l'ultima chiamata per cogliere questo incentivo, a meno che il governo non cambi le carte in tavola. È il momento di giocare d'anticipo: pianificare ora gli investimenti significa mettere in campo una strategia vincente. Non è solo questione di risparmiare, ma di trasformare le agevolazioni in opportunità. Con il tempo dalla tua parte, puoi formare il team, accogliere le nuove tecnologie e farle fluire nel tuo lavoro quotidiano come un’onda che spinge verso il futuro.

L'inizio dell'anno è da sempre un periodo ricco di novità fiscali che impattano sulla gestione operativa dei singoli studi medici ed odontoiatrici e possono rappresentare una variabile chiave per incrementare le performance della propria attività. Temi quali, ad esempio, gli incentivi alla digitalizzazione (i crediti di imposta 4.0 e 5.0), i bonus fiscali sulle nuove assunzioni di personale qualificato e, ancora, i miglioramenti sulla disciplina del welfare aziendale devono essere compresi appieno per poterli sfruttare legalmente a proprio vantaggio. Inoltre la riforma dei criteri di tassazione dei professionisti e delle imprese del settore sanitario in fase di approvazione può offrire vantaggi competitivi che sarebbe un peccato non cogliere. Ignorare queste opportunità potrebbe tradursi in un ritardo competitivo significativo nel prossimo futuro.

Continuità per il Sistema TS nel 2025: la normativa rimane stabile

La Legge di Bilancio 2025 non ha introdotto particolari novità in merito agli adempimenti legati alla trasmissione dei dati al Sistema Tessera Sanitaria (TS). La cadenza semestrale degli invii, introdotta dal decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) dell'8 febbraio 2024, è stata confermata anche per l'anno in corso. Questo significa che gli operatori sanitari continueranno a trasmettere i dati relativi alle spese sanitarie in due momenti distinti dell’anno, semplificando così la gestione degli adempimenti.

La prima scadenza del 2025 incombe: i dati delle spese sanitarie del secondo semestre 2024 dovranno essere trasmessi entro il 31 gennaio. Per eventuali aggiustamenti, ci sarà tempo fino al 7 febbraio. Questa chiarezza normativa è una boccata d’ossigeno per gli operatori sanitari, offrendo stabilità e permettendo di pianificare con tranquillità la trasmissione dei dati e la preparazione delle dichiarazioni fiscali dei contribuenti.

E’ bene ricordare che l'invio dei dati al Sistema TS rappresenta un obbligo fondamentale per tutti gli operatori sanitari, tra cui medici, farmacisti e strutture sanitarie. Questo adempimento ha lo scopo di raccogliere informazioni relative alle prestazioni sanitarie erogate, ai farmaci prescritti e alle spese sostenute dai cittadini. Tali dati assumono un ruolo cruciale in diversi ambiti. Innanzitutto, vengono utilizzati per la compilazione del 730 precompilato, facilitando così le procedure fiscali per i contribuenti grazie all'inclusione automatica delle spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi. Inoltre, questi dati consentono alle istituzioni di monitorare l'andamento complessivo della spesa sanitaria, offrendo una panoramica utile per individuare eventuali inefficienze o disomogeneità nel sistema. Infine, l'analisi delle informazioni raccolte permette di valutare l'appropriatezza delle prescrizioni, contribuendo a individuare situazioni di sovrautilizzo o sottoutilizzo di farmaci, con l'obiettivo di migliorare la qualità delle cure offerte.

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Le novità per il lavoro

La nuova Legge di Bilancio introduce e conferma misure per sostenere il mondo del lavoro, con incentivi e agevolazioni per imprese e lavoratori. Tra esoneri contributivi, deduzioni fiscali e benefici in busta paga, ecco le principali novità.

Esoneri contributivi per giovani e donne

Confermato l'esonero contributivo per l'assunzione a tempo indeterminato di under 35, con un contributo massimo di 500 euro mensili per due anni, che sale a 650 euro per assunzioni nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna).

Il bonus ZES, invece, è dedicato alle Zone Economiche Speciali del Mezzogiorno. I datori di lavoro di aziende con massimo 10 dipendenti potranno usufruire di un esonero totale dai contributi previdenziali per due anni, fino a 650 euro mensili, per l'assunzione di over 35 senza impiego retribuito negli ultimi due anni.

Maxi-deduzione sul costo del lavoro

Confermata la maxi-deduzione sul costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Introdotta con il Dlgs n. 216/2023, permette una deduzione IRPEF e IRES pari al 120% del costo del personale, che sale al 130% per l’assunzione di categorie svantaggiate come giovani, donne vittime di violenza e persone con disabilità.

Fringe benefit e welfare aziendale

Il tetto di esenzione fiscale per i fringe benefit aumenta: fino a 1.000 euro per tutti i lavoratori e a 2.000 euro per chi ha figli. I nuovi assunti che si trasferiscono a oltre 100 km da casa potranno accedere a fringe benefit maggiorati per incentivare la mobilità lavorativa.

Prorogata per tre anni la tassazione agevolata al 5% (invece del 10%) sui premi di produttività fino a 3.000 euro per redditi sotto gli 80.000 euro, rappresentando un ulteriore supporto al welfare aziendale.

Taglio del cuneo fiscale

Per i redditi fino a 35.000 euro, il taglio dei contributi Inps resta confermato: 7 punti per redditi fino a 25.000 euro e 6 punti per quelli tra 25.000 e 35.000 euro. I redditi sotto i 20.000 euro beneficeranno di un lieve aumento in busta paga, pari a circa 10 euro mensili o 119 euro annuali.

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