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Patient-Care: cos'è e perché dovresti applicarlo nel tuo studio

Alla fine del Ciclo di cura, la relazione medico-paziente non si interrompe. Anzi, c’è l’occasione per rafforzarla

Il Customer Service è il nuovo marketing”: una frase del 2015 detta da Jay Baer, figura di riferimento del digital marketing. C’è un motivo per cui questa massima si può applicare al campo medico: la cura per il degente - che si traduce in un servizio di assistenza, in un contatto continuo con il medico - rende lo studio medico maggiormente efficiente, più profittevole e in grado di fidelizzare i pazienti.

La fine del Ciclo di cura è un’ottima occasione per raccogliere feedback, migliorando la reputazione del proprio studio: è fondamentale che il dottore e la reception cerchino di curare ogni aspetto del decorso post-operatorio per aumentare il patient care.

La cura del paziente formalmente termina dopo la visita di controllo, ma lo studio può ancora influenzarlo positivamente e guidarlo nel mantenimento della ritrovata condizione di salute.

Per questo, ci vengono incontro due strumenti:

  • La comunicazione personalizzata, ovvero come offriamo un servizio puramente extra-clinico, che accompagni il suo recupero.
  • Lo strumento con il quale effettuiamo questa comunicazione, ossia l’automazione, che rende possibile farlo senza ulteriore lavoro per lo studio.

Costruisci un ponte con il paziente senza sforzi

Non sempre tutto ciò che è tangibile si misura nei soldi. La capacità di uno studio nel creare soddisfazione da parte dei pazienti sta (anche) nell’attenzione al dettaglio. Nel caso di una persona appena uscita da un Ciclo di cura - magari anche pesante -, è importante curarne il decorso.

La visita di controllo è fondamentale, ma non è l’unico strumento a disposizione dello studio per seguire il paziente. Tramite l’automazione, infatti, è possibile mandare dei contenuti specializzati a chi ha appena concluso un Ciclo di cura su uno specifico trattamento. Un esempio? Una persona reduce da una terapia implantare potrebbe ricevere un depliant o un flyer che gli consiglia come mantenere la salute orale senza che lo studio muova un dito.

L’attenzione al patient care è così in crescita che già in alcuni studi, all’inizio degli anni 2000, si parlava della Patient Surveillance, ovvero una pratica che interpretava la prevenzione come “airbag” per la salute del paziente. In fondo, questo tipo di attenzione serve a convincerlo a tornare in studio per altre visite, legate ad altri eventuali cicli di cura e ulteriori possibilità di incrementare il flusso di cassa.

Inoltre, la salute si fa sempre più tecnologica. L’uso delle app per monitorare il decorso post-operatorio avanza così velocemente per tre ragioni: rimpiazzare eventualmente le visite di controllo, monitorare il degente e l’identificazione di complicanze da remoto appena appaiono.

In fondo, la relazione medico-paziente può essere focalizzata come due punti che si muovono in cerchio, sempre e comunque. L’obiettivo dello studio è di proseguire il ciclo di visite all’infinito, mentre quello delle persone è di preservare la propria salute a un costo e con dei benefici accettabili, in particolare se lo studio è meritevole della fiducia che si è guadagnato.


Cura la relazione con il paziente per farlo tornare in studio

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