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Come affrontare il passaggio generazionale di uno studio odontoiatrico

 

Due generazioni, una visione (quasi) comune

Oggi, in Italia, il mondo dei dentisti si trova di fronte a un passaggio molto importante: il cambio generazionale. Questo fenomeno è ancora più evidente se si pensa che la maggior parte dei dentisti, precisamente il 63,4%, ha più di 50 anni, e una buona parte, il 34,2%, supera i 65 anni. Addirittura, c'è un 16% che ha più di 70 anni. Questi numeri ci dicono una cosa importante, che si aggiunge a un quadro più generale: ogni anno, in Italia, circa 66.000 aziende a conduzione familiare devono affrontare un passaggio di consegne tra generazioni. Per uno studio odontoiatrico, questo può significare passare dal fondatore storico, spesso punto di riferimento per generazioni di pazienti, a una nuova generazione di dentisti con approcci clinici e tecnologici aggiornati.

Questa situazione richiede una programmazione attenta per assicurare che l'attività continui senza problemi, che la qualità dei servizi rimanga alta e che l'azienda resti solida economicamente nel tempo. 

Quando in uno studio dentistico a conduzione familiare arriva la nuova generazione a occuparsi della gestione, spesso si trova di fronte a un compito non semplice. Bisogna infatti riuscire a onorare l'esperienza di chi ha creato lo studio e, allo stesso tempo, portare idee fresche che tengano conto delle necessità e delle possibilità di oggi. Ad esempio, integrare strumenti digitali per la diagnosi e la comunicazione col paziente, come scanner intraorali o software per la visualizzazione digitale dei trattamenti.

All'inizio, può capitare che le opinioni delle due generazioni non coincidano perfettamente, magari per una diversa idea di come evolverà lo studio nel tempo o semplicemente perché si è sempre fatto in un certo modo. Però, anche se si parte da punti di vista differenti, l'intento finale è lo stesso per tutti: dare ai pazienti le cure migliori possibili e fare in modo che lo studio continui a crescere e a essere solido nel tempo. Il primo passo per migliorare la gestione senza creare tensioni è proprio trovare un modo per parlare tra generazioni, trasformando le differenze in un punto di forza. Rinnovare uno studio non vuol dire cancellare quello che è stato fatto prima, anzi, si tratta di costruire su basi solide. La continuità è importante e può andare benissimo d'accordo con l'innovazione. Un esempio pratico potrebbe essere mantenere lo storico metodo di approccio ai pazienti, affiancandolo però a nuove modalità di prenotazione.

Tenere in considerazione il lavoro di chi ha avviato lo studio, conservare il modo di rapportarsi con i pazienti che ha creato un rapporto di fiducia, non perdere l'identità dello studio: tutto questo si può fare benissimo anche gestendo lo studio in modo più efficiente, usando strumenti digitali e pensando al futuro con una prospettiva più ampia. In questo senso, l'innovazione diventa un modo per dare valore a quello che si è ricevuto e preparare lo studio ad affrontare le sfide che arriveranno nei prossimi anni.

Il primo passo: osservare senza giudicare

Nel momento in cui “si eredita” uno studio odontoiatrico di famiglia, la prima tentazione potrebbe essere quella di intervenire subito, introducendo nuovi strumenti, cambiando processi e cercando di "mettere ordine". Tuttavia, l'approccio più efficace in questa fase iniziale non è l'intervento, ma l'osservazione. Ad esempio, potrebbe essere utile osservare come viene gestita la sala d'attesa o l'organizzazione degli appuntamenti, prima di proporre un software gestionale moderno. Comprendere le dinamiche esistenti, i flussi di lavoro, le relazioni con i pazienti e lo stile gestionale costruito negli anni è fondamentale per qualsiasi percorso di rinnovamento consapevole. Osservare senza giudicare consente di individuare cosa funziona realmente e cosa, invece, mostra segni di obsolescenza.

Ogni studio, infatti, porta con sé un bagaglio prezioso di esperienze, competenze e relazioni. Non tutto ciò che è "vecchio" è inefficiente, così come non tutto ciò che è "nuovo" rappresenta automaticamente un miglioramento. Un esempio comune negli studi odontoiatrici è la gestione delle schede paziente cartacee: digitalizzarle può essere un obiettivo utile, ma va fatto gradualmente per non perdere informazioni preziose.

Il compito di chi subentra nella gestione è quello di distinguere tra le pratiche che meritano di essere preservate e quelle che invece richiedono un aggiornamento. La modernizzazione più efficace è quella che valorizza la storia dello studio, integrando nuove tecnologie e approcci gestionali solo dove questi possono effettivamente fare la differenza.

Digitalizzare in modo progressivo: non serve fare tutto in un giorno

Introdurre il digitale in uno studio non deve essere visto come uno stravolgimento o una cosa da fare di corsa. Anzi, fare le cose un po' alla volta permette di provare le nuove soluzioni, capire come funzionano e adattarle alle esigenze specifiche dello studio. Alcuni esempi di digitalizzazione graduale sono:

 

Quando i risultati sono tangibili e misurabili, anche i più scettici iniziano a guardare con interesse alle nuove tecnologie. Il successo di questi piccoli miglioramenti diventa il motore di una trasformazione più ampia.

I tre problemi più comuni della “vecchia” gestione

Quando si parla di nuova gestione dello studio medico di famiglia, il primo elemento da mettere sotto la lente è il gestionale: è da qui che partono l’efficienza operativa, la sicurezza dei dati e la capacità dello studio di rispondere alle nuove esigenze dei pazienti e alle normative in continua evoluzione.

Un gestionale non aggiornato comporta più rischi di quanto si possa pensare. Dal punto di vista della sicurezza dei dati, i software vecchi spesso non rispettano gli standard attuali di protezione e backup, esponendo lo studio a potenziali violazioni e perdite di informazioni sensibili. Dal punto di vista operativo, la mancanza di integrazioni, la lentezza nei processi e l’assenza di automazioni causano sprechi di tempo e inefficienze che, nel lungo periodo, impattano sulla redditività. Inoltre, con l’introduzione di normative sempre più stringenti in ambito sanitario e fiscale, diventa fondamentale poter contare su un sistema sempre aggiornato e conforme.

Ci sono alcuni segnali che fanno capire subito quando un software gestionale è diventato un po' datato. Ad esempio, se le operazioni di tutti i giorni diventano lente, se il programma fa fatica ad adattarsi alle nuove necessità dello studio o se ci sono problemi a tenere i dati al sicuro. Un software poco flessibile obbliga il personale a trovare soluzioni alternative "a mano", il che aumenta il rischio di sbagli e rallenta il lavoro. Tutto questo non influisce solo sull'organizzazione interna, ma peggiora anche l'esperienza dei pazienti, che si aspettano rapidità, precisione e comunicazioni veloci. Inoltre, i software non aggiornati potrebbero non funzionare bene con sistemi di firma elettronica, prenotazione online o invio automatico di promemoria, che ormai sono diventati strumenti indispensabili in uno studio moderno.

Al contrario, avere un software gestionale moderno e che funziona online ("in cloud") permette di lavorare anche da posti diversi, di controllare le informazioni da qualsiasi computer o telefono in tutta sicurezza, di condividere subito i dati con il team e di sapere sempre come sta andando lo studio. Questo dà al titolare la possibilità di avere un quadro chiaro e aggiornato della situazione, di intervenire velocemente quando serve e di dare incarichi agli altri in modo più semplice. Scegliere un software gestionale moderno non è solo una questione di tecnologia: è un passo importante verso un modo di gestire lo studio più consapevole, agile, proiettato al futuro e pronto ad affrontare i cambiamenti con gli strumenti giusti e idee chiare.

Non tutti i cambiamenti fanno paura (davvero)

A volte, l'idea di introdurre novità tecnologiche può far nascere qualche preoccupazione, soprattutto quando si pensa ai pazienti più anziani. Si teme che l'uso di strumenti digitali possa allontanare o confondere chi è abituato a un modo di fare più tradizionale. Però, l'esperienza di tutti i giorni dimostra che i pazienti senior non sono per forza contrari ai cambiamenti. Anzi, se le novità vengono presentate con attenzione, delicatezza e spiegazioni semplici, spesso vengono accolte con curiosità e apprezzamento.

Tanti pazienti che hanno più di 60 anni, ad esempio, usano già tutti i giorni smartphone e tablet per parlare con i familiari, leggere le notizie o organizzare gli appuntamenti. Quindi, proporre strumenti digitali anche nello studio non significa introdurre qualcosa di completamente nuovo, ma piuttosto estendere a un altro ambito delle abitudini che hanno già nella loro vita quotidiana. La cosa fondamentale è come viene comunicato e vissuto questo cambiamento, più che la novità in sé. Tutto ciò che viene percepito come utile, facile da usare e ben spiegato, di solito viene accettato senza problemi, e anzi può rafforzare il rapporto tra il paziente e lo studio.

Tecnologie “invisibili” ma utili

Come dicevamo prima, le innovazioni che fanno davvero la differenza spesso sono quelle che si inseriscono nel lavoro di tutti i giorni in modo naturale, senza chiedere a nessuno, né al personale né ai pazienti, di fare grandi cambiamenti. Promemoria automatici degli appuntamenti, conferme via messaggio, gestione digitale dei moduli di consenso e archiviazione sicura online: sono strumenti che lavorano "dietro le quinte", migliorando l'efficienza dello studio e rendendo più semplici le attività di segreteria e di accoglienza.

Queste tecnologie non servono a sostituire il rapporto umano, anzi, lo rendono ancora più importante, perché lasciano più tempo da dedicare all'ascolto dei pazienti, all'accoglienza e alla chiacchierata. Un paziente che riceve la conferma del suo appuntamento, che trova subito le informazioni che gli servono al momento giusto e che può firmare un documento in modo facile e sicuro si sente seguito e protetto. In questo senso, l'innovazione diventa quasi invisibile: non è un problema, ma un aiuto.

H2.  Checklist per Pianificare il Futuro dello Studio - visual selection

Avere una visione gestionale: cosa significa davvero

Avere una visione chiara di come gestire lo studio non vuol dire diventare dei manager a tempo pieno, ma piuttosto saper fissare degli obiettivi precisi, prendere decisioni basandosi sui dati e guidare lo studio verso una crescita costante e misurabile. Una buona visione gestionale è quella che permette di far funzionare bene lo studio, di offrire cure di alta qualità e di avere una situazione economica solida. Significa anche imparare a capire cosa succede ogni giorno nello studio, valutare come sta andando dal punto di vista economico e operativo, capire dove si può migliorare e prevedere i cambiamenti del mercato e delle regole. Per chi sta valutando una trasformazione più strutturata dello studio, può essere utile approfondire anche il percorso da studio medico a SRL.

In sintesi, avere le idee chiare su come gestire lo studio è un grande aiuto per non trovarsi sempre a rincorrere le emergenze, affrontando i problemi solo quando diventano urgenti. Una gestione pensata in anticipo, invece, permette di fare progetti a lunga scadenza, di utilizzare al meglio le risorse disponibili e di coinvolgere tutta la squadra in obiettivi condivisi. Questo non solo migliora l'atmosfera di lavoro, ma aumenta anche la motivazione di tutti. È proprio questo approccio che fa la differenza tra uno studio che si limita a reagire ai problemi e uno che invece è davvero proiettato al futuro.

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